CORPO CHE FA ANIMA: Un incontro fra Gestalt, meditazione e danza
Il corpo e i sensi sono strumenti di conoscenza, di espressione e di creazione del mondo in cui viviamo.
I movimenti che facciamo sono spesso ancorati a emozioni e sensazioni e possono irrigidirsi in stereotipi, lasciandoci poca libertà creativa. Pratiche di consapevolezza e di meditazione insieme alla danza ci possono aiutare.
Da un lato portando attenzione al movimento, col respiro come guida e compagno, rallentando, coltivando pause e silenzi, prendendoci il tempo di abitare il corpo e ogni sua parte, di sentire; dall’altro perdendosi e ritrovandosi in un ritmo e in una danza tanto imprevedibili da andare oltre ai soliti gesti, per inaugurarne di nuovi, con sorpresa.
La danza, come pratica di contatto e di espressione, usa strutture di movimento note per fare un passo verso l’ignoto, e ci riporta in un flusso che apre a nuovi desideri e a nuove possibilità vitali.
Per quanto più simile a un gioco e a un divertimento, danzare rinnova il processo di apprendimento e di scoperta, proprio come i bambini che apprendono giocando. Un divertimento che è un cambiamento di rotta: una diversione, un andare verso un luogo nuovo.
Danzare è relazione con sé e con la molteplicità del nostro mondo interno: dare spazio e espressione alle diverse istanze che ci compongono, a desideri e intenzioni che prendono forma in un gesto. Danzare è anche relazione con l’altro: la relazione è una danza in cui spazio e rispetto sono coltivati con prove e tentativi, a volte con fatica. Ma è un’ineffabile gioia quando un movimento ne provoca e ne incontra un altro senza più apparente sforzo, in una risposta e un adattamento continui uno all’altro. Un atto in cui eros si manifesta e il corpo si fa anima.
La danza è anche un modo espressivo semplicemente fine a se stesso, un gioire della tensione vitale e creativa in sé, un andar verso che sembra non avere scopo. Come tutte le arti è ricerca della grazia, di uno stato in cui vivere è pieno di senso.
Secondo Bateson “L’arte è un aspetto della ricerca della grazia da parte dell’uomo: la sua estasi, quando in parte riesce; la sua rabbia e agonia quando a volte fallisce”.