VOCE, CANTO, TEATRO E L’ESSERE UMANO
condotto da
Kaya Anderson (co-fondatrice del Roy Hart Theatre) e Delphina Fabbrini
venerdì 29 settembre dalle 18,30 alle 20,30
sabato 30 settembre dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 15,00 alle 18,00
domenica 1 ottobre dalle 10 alle 13,00 e dalle 15,00 alle 18,00
Il workshop si svolgerà in presenza presso il Fondo Arti e Gestalt, via del Guarlone 67/a
Firenze.
Il seminario è aperto a tutti.
Kaya Anderson propone un lavoro sulla voce,
sul legame tra voce e psiche, corpo e immaginario,
emozioni e sviluppo della personalità.
La Voce come strumento di creazione: espressione, risveglio, piacere e scoperta dei registri
e dei timbri vocali.
L'Emozione come materia vocale: come dare voce ai sentimenti, all'emotività di una
situazione, di una canzone, di un testo.
Il lavoro include:
- esercizi fisici per ricercare le fonti dinamiche del suono;
- lavoro sulla respirazione e sul fiato;
- improvvisazioni;
- lavoro di ascolto di sé e degli altri;
- lavoro individuale (per il quale si chiede di portare una canzone o un testo imparato a
memoria; è preferibile portare lo spartito della canzone)
Kaya Anderson
Cofondatrice del Roy Hart Theatre, Kaya Anderson dal 1956 diffonde l’opera dei suoi grandi
maestri, Alfred Wolfsohn e Roy Hart.
Alfred Wolfsohn era un insegnante di canto di Berlino. Mentre prestava servizio in trincea
durante la prima guerra mondiale, il pianto dei soldati feriti e morenti lo costrinse a
reinterrogarsi sul significato e la potenzialità della voce umana. Più tardi, affrontando
problemi specifici, scoprì l’inestricabile legame tra la voce e la psicologia dell’individuo.
«Quando parlo di cantare – diceva – non mi riferisco esclusivamente a un esercizio artistico
ma a una possibilità e un mezzo per conoscere se stessi.»
La voce
Scrive Kaya Anderson: «Nel mio lavoro sulla voce e sul suo legame con il corpo e la psiche
percepisco l’energia, l’atteggiamento, lo sguardo, i gesti, l’aura di una persona. Sto al
pianoforte e l’allievo è vicino, creo un ambiente caloroso, molto umano, sono estremamente
disponibile all’ascolto tenendo quell’equilibrio sottile tra rigore e scioltezza.
Perché canto? Perché invito a cantare?
Per esprimere i nostri sentimenti, il mondo interiore che la vita ci chiede di comunicare.
Da piccoli abbiamo urlato, pianto, cantato, riso, sbavato dalla contentezza, gridato la nostra
rabbia, e con un po’ di fortuna non siamo stati troppo soffocati dal comando perentorio di
tacere, perché si disturbava o si stonava. Questi suoni dei nostri piccoli corpi esprimevano
tutte le emozioni.
In seguito, controllarsi diventa l’ordine del giorno. Le emozioni vengono soppresse e il
collegamento vitale tra emozioni, intelletto e cuore si inquina.
Spesso ci vuole un contesto e una guida per esprimere vocalmente l’amore, l’odio, la gioia,
la disperazione, l’appetito, la speranza... Se guidati da un ascolto attivo, sapiente e amorevole,
si potrà godere pienamente l’esperienza del canto del ‘mostro’ come anche di quello del ‘bello’...
Il lavoro
La lezione si propone come uno spazio protetto in cui, dopo aver stabilito una relazione di
fiducia e scambio tra allievo e maestro, si sonda l’estensione della voce con esercizi che
coinvolgono attivamente tutto il corpo, creando un legame preciso tra i punti in cui risuona la
voce e le immagini a essi legate.
In un contesto di gruppo chi è presente come ascoltatore può percepire l’intensità dello scambio
tra insegnante ed allievo, dove lo studente segue il maestro e viceversa, secondo le dinamiche del momento.
Questo rapporto, frutto di una concentrazione eccezionale, è un fluire libero di dare e ricevere.
Ci si arriva dopo esercizi di respirazione, di rafforzamento e di rilassamento, per percepire
il mondo celato in quella voce che voleva uscire, ma si era bloccata. L’estensione della nostra voce influenza profondamente la nostra vita, il teatro, la musica, la psicologia, la biologia e
di riflesso anche la società intorno a noi.
La voce è il muscolo dell’anima, perché può esprimere non solo le parole, ma tutta la ricchezza
che abbiamo dentro di noi, incluso il brutto, il bello, il generoso,il meschino, l’odioso, l’amabile e...»
Delphina Fabbrini
Nel 2010 ho seguito il mio primo seminario con Kaya Anderson: da allora studio sotto la sua
supervisione, sia in Italia sia in Francia (al Centro Artistico Internazionale Roy Hart:
www.roy-hart-theatre.com).
Nel 2013 sono entrata nel programma di formazione, che sono in procinto di ultimare, per
diventare insegnante Roy Hart della voce.
Per informazioni e iscrizioni contattare info@azionicontaminazioni.it
PROGETTO
Il seminario è parte di un più ampio progetto dal titolo La Gestalt In Voce e In-Canto. La
tua voce ti accompagnerà a cura di Valentina F. Barlacchi con incontri condotti da Claudia
Bombardella, Titta Nesti, Valentina F. Barlacchi, Alessandra Bedino, Kaya Anderson,
Shobha Arturi, Letizia Fuochi, Cecilia Gallia. Questo nuovo progetto ha come scopo la
ricerca e la crescita personale attraverso la Voce e la Gestalt a orientamento
Fenomenologico-Esistenziale.
Sperimentando aspetti melodici, ritmici, corporei, emozionali, intenzionali della voce, si
affinano strumenti di esistenza e resistenza personale e collettiva, con cui “dare voce” a chi
e cosa l'ha persa o non l'ha mai avuta. http://gestaltvoce.it/